Le emergenze sociali da cui Foggia è attraversata meritano risposte serie e di lungo respiro. Nei decenni passati questo ambito è stato purtroppo relegato a mero assistenzialismo, spesso anche con metodologie da “ricatto elettorale”. Il Piano Sociale di Zona, invece, deve essere il cuore pulsante di una nuova visione delle politiche sociali, che sappia guardare alle nuove povertà, all’emergenza del disagio giovanile e anche alle problematiche connesse ad una popolazione interessata da un sempre più massiccio processo di invecchiamento.

Foggia è sempre stata ed è la città della solidarietà, dell’accoglienza e dell’inclusione. Occorrono visioni e approcci radicalmente diversi, che spalanchino le porte di Palazzo di Città ad una vera e propria “rete della solidarietà”, coinvolgendo e rendendo finalmente protagoniste le competenze e le sensibilità del nostro Terzo Settore – uno dei migliori in tutta Italia – ripartendo dunque dalle tantissime associazioni che ogni giorno sono “in trincea” accanto agli “ultimi” e dalle parrocchie che svolgono la fondamentale funzione di avamposto di legalità e di sostegno a quanti sono in difficoltà soprattutto nelle nostre periferie. Proprio nelle periferie sarà possibile far nascere luoghi di prevenzione di devianze giovanili, veri e propri “presidi sociali”, procedendo ad una rifunzionalizzazione degli edifici precedentemente adibiti a scuole e utilizzando anche le strutture scolastiche nelle ore pomeridiane, naturalmente compatibilmente con le attività didattiche.

Abbiamo determinazione ed idee importanti per questo settore, come ad esempio l’attivazione di borse di studio per studenti meritevoli di famiglie indigenti, l’istituzione di un microcredito sociale per nuclei indigenti, l’attivazione dei “condomini solidali”, sulla scorta della esperienza di Milano, attraverso cui attivare una rete solidale e di prevenzione del disagio sociale, l’investimento massiccio in educativa domiciliare ed educativa di strada, la creazione di un laboratorio sperimentale di politiche sociali, ed un massiccio sostegno a oratori e parrocchie.

Una città inclusiva, ovviamente, è soprattutto una città in cui siano garantiti e difesi i diritti di ogni singolo cittadino. A cominciare da quello di vivere in una Foggia priva di quelle barriere architettoniche che, aggiunte all’inesistente manutenzione di strade e marciapiedi, rendono oggi anche solo passeggiare una sorta di “impresa”. L’attuazione del “Peba” (il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) non sarà, come è accaduto finora, una semplice promessa da rinnovare di anno in anno senza alcun risultato tangibile. A questo proposito sarà nominato un “disability manager” cui sarà affidata la responsabilità di vigilare e controllare tanto la realizzazione degli interventi quanto la corretta e rapida attuazione del piano.

Una Foggia generosa, dunque, è una Foggia in cui nessuno debba essere lasciato solo, in cui nessuno debba rimanere indietro. In questo senso il tema dell’edilizia popolare riveste un’importanza per nulla marginale. Si tratta di una questione, com’è noto, al quale sono connessi problemi, difficoltà e “zone grigie” che noi supereremo senza alcun timore. Affermando anche in questo ambito con i fatti la cultura ed il principio della legalità, coniugandolo con i valori della solidarietà.

Proprio per segnare una netta, chiara e radicale discontinuità con il passato sarà necessario partire dalla eliminazione fisica di container e baracche abusive, assegnando case popolari agli aventi diritto, con relativa bonifica e riqualificazione delle zone occupate. Interventi a cui si affiancheranno una verifica e una mappatura degli alloggi popolari già presenti e assegnati, oltre ad un puntuale censimento degli occupanti immobili di proprietà comunale, stroncando radicalmente tutta una serie di illegalità determinate da pratiche di “subaffitto” delle stesse strutture. Storture per troppo tempo ignorate e che hanno causato al Comune anche un danno di carattere finanziario, rendendo impossibile anche la riscossione dei tributi. Il Comune deve sapere con certezza e senza alcun dubbio chi occupa alloggi o immobili di sua proprietà. Sarà cura dell’Amministrazione comunale, in un rapporto di collaborazione con Arca Capitanata, verificare la sussistenza delle condizioni per l’eventuale realizzazione di nuovi alloggi popolari, individuando zone e terreni idonei, procedendo inoltre ad una puntuale revisione delle graduatorie di assegnazione di alloggi popolari – come previsto peraltro dalla norma, largamente disattesa fino ad oggi – in modo da conoscere in modo preciso la sussistenza dei requisiti di ciascun richiedente.

Naturalmente il tema dell’edilizia non riguarda esclusivamente l’ambito della cosiddetta “emergenza abitativa”, ma anche la tutela e la valorizzazione del patrimonio comunale, con particolare riferimento al patrimonio scolastico, oggi vecchio, non sufficientemente manutenuto e anche privato delle opportunità che a Foggia offrivano i finanziamenti del PNRR, che purtroppo la Commissione Straordinaria ha fatto perdere a Foggia non partecipando ai bandi ministeriali. Dovremo quindi effettuare in via preliminare un censimento di tutte le strutture scolastiche materne ed elementari di proprietà comunale, realizzando in tempi rapidissimi un vero e proprio piano per la loro riqualificazione e manutenzione, garantendo ai nostri figli il diritto a frequentare strutture moderne e non pericolose.